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Titina Rota alla Scala

di Vittoria Crespi Morbio.
Testo di Vittoria Crespi Morbio, Melanconia e sorrisi in una signora déco.
Apparati: biografia; catalogo delle opere, cronologia degli spettacoli.
Collana «Gli artisti dello spettacolo alla Scala».
Amici della Scala – Umberto Allemandi & C., Torino 2005.
Edizione italiana, pp.102.

Titina Rota (Milano, 1899-Roma, 1978), cresciuta in una famiglia musicalissima (il cugino è il compositore Nino Rota), lei stessa promettente violinista, è iniziata al palcoscenico da Giovanni Grandi, scenografo della Scala. Al teatro, e a figure teatrali leggendarie come Tatjana Pavlova o Max Reinhardt, la Rota affida il proprio tocco grazioso e fantasioso, costumi che sono gioielli dello stile déco, invenzioni spesso ironiche e smagate. Passerà poi al cinema, con Gallone e Camerini, e al giornalismo, con la direzione del settimanale “Grazia”. Il suo ultimo spettacolo è Il telefono di Menotti, al Festival di Venezia del 1948. Poi Titina si ritira ad Anacapri, per dedicarsi interamente alla pittura.