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Enrico Prampolini alla Scala

di Vittoria Crespi Morbio
Saggio di Vittoria Crespi Morbio, Il mandarino futurista
Apparati: biografia; catalogo delle opere; cronologia degli spettacoli
Amici della Scala – Grafiche Step Editrice, Parma 2021
Edizione italiana – inglese, pp. 272

Spirito rivoluzionario e nemico delle accademie, Enrico Prampolini (1894-1957) è forse l’intelletto

più agguerrito tra i pittori futuristi italiani, sicuramente il più aperto alla ricerca e al confronto con le avanguardie europee.

La scenografia teatrale non è per lui il ripiego di un’attività minore, ma il centro di una tenace, inesauribile riflessione teorica: il teatro di pura energia, luce e colore, svincolato da un contenuto narrativo e persino libero dall’ingombro fisico dell’attore, è la sua utopia. Più volte tenterà di tradurla in atto sui palcoscenici di Roma, Praga, Parigi.

Nel 1942 ha la grande occasione del debutto alla Scala con Il Mandarino meraviglioso di Béla Bartók portato in scena da Aurelio Milloss.

In un compromesso di raro equilibrio tra espressionismo e futurismo, tra intransigenza teorica e concretezza della prassi, Prampolini realizza il suo capolavoro teatrale.