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Splendidi feticci

in Il teatro alla moda, catalogo della mostra
a cura di Massimiliano Capella.
Fondazione Roma Museo, Roma,
5 novembre – 5 dicembre 2010.
Umberto Allemandi&C.,Torino, 2010.

Sono tanti anni ormai, che i maggiori sarti si misurano con il teatro e con il genere dell'opera lirica. I percorsi personali possono essere molteplici: antiche predilezioni, entusiasmi da neofiti, volontà di sperimentare linguaggi e situazioni nuove. E' un tema che si presterebbe facilmente alla carrellata descrittiva, che però sarebbe tautologica. Più interessante, crediamo, è porsi il problema: qual è il senso profondo dell'interazione di un autore d'arte con un'altra opera d'arte, cui sia chiamato ad applicarsi? Cosa comporta tutto ciò dal punto di vista fenomenologico? La domanda non è gratuita. Pensare al Rosenkavalier con i costumi di Balestra o a Così fan tutte con i costumi di Armani ci fa chiedere: la Marescialla avrebbe indossato un abito Balestra? E Dorabella un Armani? Per quale motivo dovrebbe compiere questa scelta? Che rapporto c'è fra l'essenza a-storica dell'Opera, la sua collocazione storica al momento della creazione, e la rivisitazione ad opera di un altro artista? Qual è il senso della scelta di Missoni, in Lucia di Lammermoor, di comporre una palette cromatica «alla Missoni», e invece, in Gianni Versace, lo scegliere un trasformismo stilistico per il quale i costumi di Don Pasquale da Corneto e della principessa Salomé sono, credibilmente, gli abiti di quei personaggi (o, e le cose si complicano ancora, un combinato di Oscar Wilde, giusta la fonte di Salome, di Versace stesso e di Robert Wilson, autore della mess'in scena)?