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Svoboda alla Scala

di Vittoria Crespi Morbio.
Testo di Vittoria Crespi Morbio, Alchimia d’ombra.
Apparati: biografia; catalogo delle opere.
Collana «Gli artisti dello spettacolo alla Scala».
Amici della Scala – Umberto Allemandi & C., Torino 2003.
Edizione italiana, pp.58.

Architetto per formazione, influenzato dal costruttivismo russo e dalle terorie sceniche di Adolphe Appia, Josef Svoboda (Caslav, 1920-Praga, 2002) ha contribuito all’avanguardia scenografica del Novecento con la sua attività presso il Teatro Nazionale di Praga e, dal 1973, nel teatro-laboratorio «Laterna Magika», da lui stesso fondato. I suoi allestimenti costruiti intorno a metafore spesso geniali, talora provocatorie, hanno suscitato innumerevoli dibattiti. Con Cardillac (1964) di Hindemith, e poi con la lunga serie di spettacoli seguiti dallo storito Atomtod di Manzoni (1965), i sipari di luce, gli specchi, gli schermi multipli di Svoboda hanno animato il palcoscenico della Scala segnando un clima culturale irrepetibile.