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Wakhevitch alla Scala

di Vittoria Crespi Morbio.
Testi: Vittoria Crespi Morbio, Un talento nomade; Fabio Cassarà, Cronologia degli spettacoli. Apparati: biografia; catalogo delle opere.
Collana «Gli artisti dello spettacolo alla Scala».
Amici della Scala – Umberto Allemandi & C., Torino 2005.
Edizione italiana, pp.123.

Odessa, 1907-Parigi, 1984: le due date che racchiudono l’esistenza di Georges Wakhevitch individuano un percorso tipico di quella folla di émigrés sfuggiti alla rivoluzione russa e giunti a popolare l’Occidente di sogni e invenzioni fantastiche: da Diaghilev a Erté. Felicissima mano pittorica, Wakhevitch firma il proprio spettacolo come scenografo ancor prima di compiere diciotto anni. Non si fermerà più: cinquecento allestimenti per il palcoscenico e centoquaranta film compongono un catalogo impressionante per vastità e qualità intrinsceca. Molte «prime» mondiali o italiane alla Scala recano la firma di Wakhevitch, dal Console di Menotti (1951) ai Dialoghi delle carmelitane di Poulenc (1957).